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November 19 2019

Quando a consigliare il vino e’ un algoritmo

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Vi è capitato di aggirarvi con lo sguardo perso tra gli scaffali in cerca del vino giusto? Talvolta ci fermiamo conquistati da qualche etichetta che, se graficamente può stupirci, poi non “parla” mai abbastanza, non c’è modo di comprendere il gusto e non racconta tutto quello che contiene. Il vino italiano è ricco di storia e cultura, un patrimonio unico ma complesso da comunicare al consumatore, che spesso rimane disorientato di fronte a una proposta quasi infinita. Il vino è un alimento, ma anche un prodotto emozionale. Un mercato difficile quello enologico, caratterizzato da alta frammentazione, grande concorrenza e appiattimento delle differenze reali. Tutto si complica se poi nella scelta di una bottiglia ci affidiamo solo alla notorietà di un brand o al design delle etichette. È proprio questo il contesto in cui si sviluppa il progetto di VINHOOD.

 

Tra le startup più interessanti nell’universo delle giovani imprese italiane, cos’è VINHOOD e come nasce?

Siamo una startup che offre servizi nel mondo del gusto, nata nel febbraio 2016 a Milano. Proponiamo una soluzione tecnologica e facile da utilizzare che rivoluziona il modo di scegliere, concepire e parlare di vino. Consapevoli che l’arma del successo è la semplificazione, abbiamo sviluppato un software che funge da sommelier virtuale a portata di tasca, non parla con un lessico complesso ma suggerisce il vino ideale basandosi sui gusti personali di ognuno di noi. Ma la centralità del mondo del gusto ci ha portati ad esplorare anche un altro universo ancora troppo sconosciuto, quello del caffè: se con il vino la difficoltà è nel mediare un dialogo in cui produttore e consumatore parlano due lingue differenti, per il caffè le cose si fanno ancora più complesse, data la scarsa informazione sul tema. Il progetto si sta arricchendo anche di altri prodotti, stiamo finalizzando l’algoritmo che tratta gli amari e la famiglia degli After Meal, per passare a quello del pane e della birra.

Quali sono le competenze più importanti per lo sviluppo del vostro modello di business?

Siamo un team internazionale, curioso e proattivo, caratteristiche necessarie per navigare in un campo ancora poco esplorato e molto innovativo. Ma ci possiamo definire anche precursori di nuove figure professionali, abbiamo infatti da poco presentato il “Taste Analyst Specialist and Data Profiling” con competenze trasversali necessarie per sviluppare ogni aspetto del progetto nel mondo del Food & Beverage che – insieme a Data Anlystist, Project Manager, grafici, esperti UX/UI, Event e Sales Manager e gli IT Specialist – ci permette di avere un gruppo solido e in forte crescita.

Chi sono i vostri competitor e come vi distinguete?

Il gusto e la neurograstronomia sono scienze nuove, se ne parla da meno di 20 anni, oggi contano pochi player attivi. Questa è una delle nostre sfide, essere i pionieri in questo settore, rendendolo fruibile e accessibile a tutti.

Ci sono sviluppi internazionali? Quali sono i vostri prossimi obiettivi?

Il primo player a offrire sul suo portale ecommerce il servizio di VINHOOD per i suoi utenti è stata Esselunga, siamo poi sbarcati oltreoceano all’interno di EATALY a Chicago, la più grande vineria italiana negli Stati Uniti per etichette Italiane. Ma stiamo collaborando anche con altre realtà sul territorio e in Europa, sia per quanto riguarda il vino che il mondo del caffè. Alcuni progetti non possiamo ancora svelarli, ma saremo pronti presto per raccontarli.

Il servizio del sommelier “virtuale” che guida all’acquisto come avviene, come funziona l’algoritmo?

Attraverso un test di poche e semplici domande sulle nostre abitudini alimentari: è questa la bussola “made in Vinhood” che aiuta le persone a orientarsi in una nuova geografia del bere! Il test è basato su scienze come neurogastronomia e neuromarketing, con le quali ci siamo messi alla prova attraverso il laboratorio dello IULM e con la collaborazione di altre università (Politecnico di Milano, Pollenzo Food Lab, Bocconi e Università di Amsterdam) che ci hanno supportato nell’analisi del gusto. È così che il sommelier virtuale è in grado di capire il nostro #Carattere gustativo suggerendo delle categorie di vino o specifiche bottiglie perfette per il nostro palato.

Facciamo un passo indietro, cosa sono i #Caratteri?

I #Caratteri permettono di descrivere un vino eliminando l’uso del linguaggio tradizionale, spesso poco chiaro e non immediato: questa classificazione è più semplice per avere un’idea del sapore di un vino ancor prima di assaggiarlo, senza essere un esperto. Abbiamo quindi disegnato la mappa del gusto pensando alle caratteristiche del prodotto, alle sensazioni che esprime e può suscitare in base anche ai diversi momenti di consumo. Ogni #Carattere è stato poi denominato con un aggettivo riconducibile a un carattere umano, perché ci siamo resi conto che i vini assomigliano molto alle persone!

Che tipo di linguaggio utilizzate?

La parola d’ordine è la semplicità: regioni di provenienza, vitigni e denominazioni vengono momentaneamente accantonati per dare risalto al gusto del vino e all’impronta gustativa di ogni persona. Una vera rivoluzione nella comunicazione e nel dizionario enologico comune, che prevede l’utilizzo di termini non tecnici ma semplici e intuitivi. Proponiamo una costumer experience unica e divertente!

La generazione dei Millennials è attenta al vino che consuma? Chi è il vostro target?

Senz’altro è la generazione che consuma più vino, come confermano alcuni studi. In Italia il 32% delle consumatrici donne ha tra i 23-40 anni e sono aumentate del 12% rispetto al 2014, il 25% invece sono uomini e registrano anche loro un aumento di oltre il 13%. Secondo un altro studio effettuato dalla no profit Wine Market Council, è stato dimostrato che nel 2015 i Millennials hanno bevuto il 42% di tutto il vino sdoganato e prodotto negli Stati Uniti, più di ogni altro gruppo di età, con una media di tre bicchieri a testa per ogni occasione di consumo. Parliamo di 79 milioni di persone, il consumo è indubbiamente in forte crescita, ma accompagnato da una sempre maggiore attenzione verso il prodotto e le sue qualità. L’informazione passa dai principali mezzi di comunicazione, tra cui i social. Questo è un cluster su cui puntiamo molto, ma le esperienze in store, supermercati o enoteche, ci permette di ampliare il target andandato a toccare anche un pubblico più senior.

Che potenzialità ha VINHOOD per i brand?

I numeri parlano chiaro: il 91 % delle persone testate si identifica con il #carattere gustativo che gli è stato consigliato e lo stress legato alla scelta del prodotto diminuisce del 50%. Aiutiamo i consumatori nella scelta del prodotto ideale per i propri gusti e il servizio è disponibile su diverse piattaforme e-commerce, da Winelivery a Vincum, passando per Esselunga per quanto riguarda il vino, ma presto aiuteremo anche nella scelta del caffè e altri prodotti food. Anche per gli addetti al settore, risulta un modo molto semplice di comunicare con i clienti senza deluderli, suggerendo loro un prodotto in particolare scelto in un range di categoria di gusto.

Nel 2018 sei stato selezionato da Forbes tra i migliori imprenditori under 30, un’eccellenza, cosa significa per te innovare?

Mi sono chiesto molte volte cosa fosse realmente l’innovazione e quale la differenza con il semplice “cambiamento migliorativo” di una situazione o un business. Da una parte il secondo concetto ha un forte contenuto caratterizzante temporale o geografico: una modifica di una variabile esogena nel tempo o nello spazio che porta, per istinto, all’adattamento e quindi al cambiamento migliorativo. Dall’altra parte l’innovazione è caratterizzata fortemente dalla creatività e curiosità dell’individuo, quindi da una spinta endogena di migliorare il proprio mondo o quello intorno a sé: il significato di innovare è proprio quella forza, non necessariamente causata da qualcosa, originata dalla parte più creativa e curiosa degli individui.

AIFUN è il progetto editoriale di PHD nato per raccontare il lato divertente dellAI: quali sviluppi immaginate per le tecnologie avanzate applicate al mondo del divertimento?

Insieme alla semplificazione del linguaggio, l’altro pilastro fondmentale del progetto è proprio il gaming. Vinhood grazie agli eventi e alle tantissime degustazioni proposte in questi anni ha avuto modo di capire sempre meglio ciò che piace, diverte e incuriosisce. Uno studio continuo che portiamo avanti anche grazie alle numerose attività di team building, perchè cosa c’è di più conviviale del vino, una pausa caffè o un dopo pasto da sorseggiare in compagnia? Offriamo la possibilità di imparare a conoscere meglio i propri gusti, migliorare la comunicazione di gruppo, divertendosi, attraverso l’utilizzo di una tecnologia che vuole sembrare “solo un gioco” ma nasconde un algoritmo in evoluzione che raccoglie le risposte e continua ad imparare.

 

AI ♥ FUN

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